Epatite B: trasmissione, cura e prevenzione
- Cos'è l'epatite B
- Le cause dell'epatite B
- Trasmissione dell'epatite B: come si contrae
- Prevenzione dell'epatite B
-
Sintomi dell'epatite B
- Epatite B acuta
- Epatite B cronica
- Rimedi e trattamenti per epatite B: come curarla
L’epatite B è una patologia virale altamente infettiva, che attacca le cellule epatiche ed è responsabile fino al 90% dei carcinomi del fegato[1]. La sorgente d’infezione sono i soggetti con malattia acuta o i portatori cronici, in cui il virus persiste nel sangue e in altri liquidi biologici, quali saliva, bile, secreto nasale, latte materno, sperma, muco vaginale.
In questo articolo scopriamo tutto quello che c’è da sapere sull’epatite B. Cos’è, come si previene, come si trasmette e quali sono le sue cause, ma anche i primi sintomi, il decorso e la cura di questa malattia.
Cos’è l’epatite B
Tra le infezioni sessualmente trasmesse (Ist) più infettive al mondo, l’epatite virale B (Hbv) è un virus a DNA appartenente alla famiglia degli Hepadnaviridae che causa un’infezione del fegato.
Si tratta di una patologia che può diventare cronica, portando a insufficienza epatica, cirrosi e tumore del fegato, per questo è considerata una malattia altamente oncogena. Questo rischio è molto elevato soprattutto per i soggetti che contraggono l’infezione in età infantile o giovanile.
A differenza di clamidia, gonorrea e sifilide, le tre infezioni batteriche trasmesse sessualmente più diffuse al mondo per le quali non esiste ancora un vaccino, contro il virus dell’epatite B esiste dagli Anni Ottanta un vaccino che ne previene l’infezione.
Le cause dell’epatite B
Tra le epatiti, l’epatite B è l’infezione virale più diffusa. Le cause dell’epatite B si rintracciano nel virus a DNA appartenente al genere Orthohepadnavirus, famiglia Hepadnaviridae, uno degli agenti virali più infettivi al mondo che quando si insedia nel fegato comincia a moltiplicarsi, replicandosi nelle cellule dell’organo dette epatociti.
Trasmissione dell’epatite B: come si contrae
Dopo avere analizzato le cause del virus, vediamo come si trasmette l’epatite B. In assenza di vaccino, la trasmissione dell’epatite B avviene attraverso qualsiasi tipo di rapporto sessuale non protetto da preservativo (vaginale, anale e orale) con una persona infetta, tramite lo sperma, la secrezione pre-spermatica, le secrezioni vaginali, la saliva o con il contatto diretto della pelle nella zona genitale, delle mucose genitali, anali e della bocca.
L’epatite B si contrae anche per via parenterale apparente, ossia attraverso trasfusioni di sangue o emoderivati contaminati dal virus, o per tagli e punture con aghi e strumenti infetti. Il contagio può avvenire anche per via perinatale da madre a figlio durante la nascita.
Inoltre, dal momento che il virus resiste sulle superfici ambientali per almeno 7 giorni, il contagio da epatite B avviene anche per via parenterale inapparente (inoculazione indiretta), vale a dire tramite veicoli contaminati attraverso minime lesione della cute o delle mucose, per esempio con spazzolini da denti, forbici, pettini e rasoi contaminati da sangue infetto.
Tuttavia, il rischio di contagio per trasfusione, seppur ancora presente nei Paesi in via di sviluppo, è stato praticamente eliminato in quelli industrializzati, in virtù dei controlli effettuati sul sangue donato e dei successivi processi di lavorazione in grado di distruggere il virus.
I soggetti a rischio, dunque, sono i tossicodipendenti, chi pratica sesso non protetto, gli operatori sanitari a contatto con persone infette o che lavorano in laboratorio a contatto con l’agente infettivo. Inoltre, lo sono anche i contatti familiari e sessuali di persone infette.
Infine, sono rischiose anche tutte quelle pratiche che prevedono l’uso di aghi, siringhe e forbici non sterilizzati, come tatuaggi, piercing, manicure e pedicure.
Prevenzione dell’epatite B
Data la sua natura altamente oncogena, in quanto causa di tumore al fegato, nel 1991 l’Italia ha introdotto per neonati e adolescenti la vaccinazione per la prevenzione dell’epatite B.
Il vaccino contro l’epatite B, il primo messo a punto contro il cancro, previene l’infezione e la sua cronicizzazione con il conseguente sviluppo di cirrosi ed epatocarcinoma. Studi scientifici riferiscono infatti che le persone vaccinate hanno una riduzione del 70% del rischio di cancro al fegato rispetto a quelle non vaccinate[2].
La vaccinazione è fortemente raccomandata per i gruppi di popolazione a maggior rischio d’infezione come tossicodipendenti, conviventi di portatori cronici e personale sanitario. Per ridurre il rischio di contrarre o diffondere l’epatite B si consiglia di praticare sesso sicuro usando il preservativo e riducendo il numero di partner sessuali. Si raccomanda inoltre di evitare di condividere aghi e di lavarsi accuratamente le mani con acqua e sapone dopo essere entrati in contatto con sangue, fluidi corporei o superfici contaminate.
Sintomi dell’epatite B
Quando il virus dell’epatite B si insedia nel fegato comincia a moltiplicarsi, replicandosi nelle cellule epatiche. Dopo il periodo di incubazione, che varia tra i 45 e i 180 giorni, ma solitamente si attesta fra i 60 e i 90 giorni, il virus può portare all’infiammazione e alla comparsa dei sintomi (fase acuta) oppure rimanere latente, anche per lungo tempo, danneggiando lentamente il fegato della persona infettata (fase cronica).
Fra i sintomi dell’epatite B descritti dalla letteratura scientifica si segnalano ingiallimento della pelle e degli occhi (ittero), urina scura, sensazione di generale affaticamento, dolori alle articolazioni, nausea, vomito, perdita di appetito e dolore all’addome, specialmente nell’area del fegato.
Epatite B acuta
L’epatite B acuta ha durata inferiore ai sei mesi. Se in forma grave, può portare a insufficienza epatica, che può condurre alla morte. Tuttavia, in chi contrae il virus in età adulta, la forma acuta dell’epatite B ha una durata di poche settimane. Questo perché il sistema immunitario di un paziente adulto, se in salute, riesce di solito a sviluppare gli anticorpi specifici necessari a sconfiggere la patologia entro poco tempo.
Epatite B cronica
Se l’infezione dura più di sei mesi, si parla di epatite B cronica. Si manifesta quando il sistema immunitario non riesce ad eliminare il virus. In questo caso la patologia può durare anni e portare a problemi molto seri come tumore del fegato, cirrosi epatica ed insufficienza epatica cronica. Queste malattie possono essere fatali e il rischio è tanto più elevato quanto più è precoce il contagio.
L’epatite B diventa cronica nella maggior parte dei bambini che ereditano il virus dai genitori o che lo contraggono prima del quinto anno di vita. La forma cronica può presentare diversi quadri clinici e alternare fasi di inattività (in cui non c’è danno epatico e la carica virale è molto bassa) a fasi di replicazione virale e rialzo delle transaminasi.
La riattivazione dell’epatite B può essere molto rischiosa nelle persone che si sottomettono a trattamenti immunosoppressivi (per esempio la chemioterapia). Per tale motivo tutti i pazienti fanno uno screening prima di iniziare una terapia. Da tempo esiste una profilassi per evitare la riattivazione virale nei pazienti che ne sono a rischio.
Rimedi e trattamenti per epatite B: come curarla
Non esiste un trattamento specifico per il virus in forma acuta, ma i sanitari raccomandano di seguire una dieta sana e di bere molti liquidi per prevenire la disidratazione da vomito e diarrea.
Per curare l’epatite B cronica, il trattamento avviene con farmaci antivirali orali. Il trattamento può rallentare l’avanzamento della cirrosi, ridurre i casi di cancro al fegato, migliorando la sopravvivenza a lungo termine.
La maggior parte dei pazienti che inizia il trattamento per l’epatite B deve continuarlo per tutta la vita. Il trapianto di fegato viene talvolta utilizzato in persone con cirrosi o cancro al fegato in Paesi tecnologicamente avanzati, con successo variabile.
Le informazioni qui riportare hanno esclusivamente scopo informativo e in nessun caso possono costituire la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento.
Le informazioni contenute nel sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica.
Si raccomanda di chiedere sempre il parere del proprio medico curante e/o di specialisti riguardo qualsiasi indicazione riportata.
Se si hanno dubbi o quesiti sull’argomento è necessario consultare il proprio medico.
[1] https://www.epicentro.iss.it/epatite/epatite-b
[2] https://www.epicentro.iss.it/tumori/CancerDayEpatiti