Sifilide: cos'è, cura e prevenzione

  • Cos'è la sifilide

  • Le cause della sifilide

  • Contagio della sifilide: come si trasmette

    • Come prevenire la sifilide

  • Sintomi della sifilide

  • Stadi della sifilide

    • Incubazione della sifilide

    • Sifilide primaria

    • Sifilide secondaria

    • Sifilide terziaria

  • Diagnosi e cura della sifilide

 

La sifilide è una malattia infettiva batterica a prevalente trasmissione sessuale, che colpisce di più gli uomini rispetto alle donne[1]. Nella maggior parte dei casi si tratta di persone al di sopra dei 25 anni e nel 10% circa di giovani di 15-24 anni[2]. Se l’infezione non viene curata può comportare danni a diversi organi, soprattutto a cuore, cervello, cute, ossa, fegato e arterie.

 

Cos’è la sifilide

Definita dal patologo canadese Sir William Osler «la grande imitatrice» per via delle sue molteplici manifestazioni che sembrano ricordare altre patologie, la sifilide è una delle  infezioni sessualmente trasmesse (Ist) più diffuse al mondo, al terzo posto dopo  clamidia e gonorrea.

Le cause della sifilide

A differenza di alcune infezioni sessuali di origine virale, come l’epatite B, la sifilide è una malattia infettiva batterica a prevalente trasmissione sessuale le cui cause vanno rintracciate nel batterio Treponema pallidum, un piccolo filamento visibile al microscopio sotto forma di spirale.

 

Contagio della sifilide: come si trasmette

Causata dal batterio Treponema pallidum, che si riproduce facilmente sulle mucose dei genitali e della bocca, la sifilide si trasmette attraverso qualsiasi tipo di rapporto sessuale non protetto da preservativo (vaginale, anale e orale) con una persona infetta.

Il batterio della sifilide è trasmesso anche attraverso le mucose intatte o la cute danneggiata per contatto diretto con le lesioni che si manifestano nel corso della malattia, dunque con il sangue.

Il contagio da sifilide può avvenire anche da madre a figlio durante la gravidanza, attraverso il passaggio nel canale del parto e con l’allattamento.
Nello specifico si definisce sifilide acquisita l’infezione contratta dopo la nascita; sifilide congenita o prenatale quella contratta per via transplacentare e sifilide connatale quella acquisita al momento del passaggio attraverso il canale del parto.

Il rischio di trasmissione madre-feto è basso prima del terzo mese e aumenta con il progredire della gestazione[3]. La gravità dell’infezione fetale non trattata è tanto maggiore quanto più precoce è l’infezione. Oltre la sifilide congenita, le conseguenze includono complicanze ostetriche quali l’aborto tardivo, la morte in utero, l’idrope fetale, il ritardo della crescita e il parto pretermine.

Come prevenire la sifilide

Quando parliamo di prevenzione della sifilide il primo step è certamente seguire le regole del sesso sicuro, utilizzando il preservativo ed evitando rapporti sessuali occasionali con partner di cui non si conosca lo stato di salute.

Se si ha il dubbio di essersi infettati, è importante rivolgersi subito a un medico di fiducia. Infine, è necessario evitare i rapporti sessuali mentre si sta seguendo la terapia. Data la possibilità di trasmissione della sifilide attraverso il sangue, si raccomanda inoltre di effettuare tatuaggi o piercing unicamente in centri specializzati.

Per le donne incinte è raccomandato eseguire il test per la sifilide alla prima visita di gravidanza e alla fine della gravidanza per evitare il rischio di trasmissione dell’infezione al nascituro. La sifilide aumenta moltissimo la probabilità di infettarsi con il virus dell’HIV[4], per questa ragione tutti i pazienti a cui è stata diagnosticata devono sottoporsi al test per l’HIV. Si ricorda inoltre che una pregressa infezione non conferisce un’immunità permanente a un soggetto che sia stato adeguatamente trattato e guarito, il quale pertanto può nuovamente infettarsi in caso di una nuova esposizione[5].

 

Sintomi della sifilide

Tra i primi sintomi della sifilide nell’adulto vi è la comparsa, dopo tre-quattro settimane dal contagio, di una lesione simile ad una ferita tondeggiante (sifiloma) che appare sui genitali o sulla zona di contatto sessuale. Nella donna la sifilide si manifesta attraverso lesioni sulle piccole labbra, sull’ingresso vaginale o sul perineo. Nell’uomo sul pene, il prepuzio o l’ano.

Le lesioni possono comparire anche all’interno della bocca, sulle gengive o sulla lingua. Tali lesioni, anche se non curate, tendono a scomparire spontaneamente entro un mese dalla loro comparsa. Alla scomparsa delle lesioni iniziali, seguono screpolature tondeggianti sui palmi delle mani e le piante dei piedi, e macchie tondeggianti diffuse sul corpo.

Nel neonato, invece, si distinguono la sifilide congenita precoce, che compare entro i primi due anni di vita, e la sifilide congenita tardiva, segnalata dopo il secondo anno di vita. Tra gli effetti della sifilide congenita precoce si segnalano eruzioni vescicolo-bollose sul palmo delle mani e sulla pianta dei piedi e lesioni papulose intorno al naso e alla bocca e nella zona del pannolino.

 

Stadi della sifilide

La sifilide si sviluppa nel tempo secondo tre diverse fasi dette anche stadi: la sifilide primaria, caratterizzata dalla comparsa delle prime lesioni nelle zone genitali ed extragenitali, la sifilide secondaria, che si manifesta attraverso screpolature e macchie diffuse, e la sifilide terziaria, la manifestazione più grave che può condurre al decesso.

Incubazione della sifilide

A seguito di trasmissione del batterio per contatto sessuale o durante la gravidanza da madre a feto, l’incubazione della sifilide è di circa 3-4 settimane.

Sifilide primaria

Dopo l’incubazione, vi è la comparsa entro i primi 90 giorni di una lesione simile ad una ferita tondeggiante (sifiloma) che appare sui genitali o sulla zona di contatto sessuale (stadio primario).

La lesione si presenta nodulare, rotondeggiante, dura al tatto, indolente e di colore rosso scuro. Nella donna questa lesione compare più frequentemente sulle piccole labbra, sull’ingresso vaginale o sul perineo. Nell’uomo sul pene, il prepuzio o l’ano.

Le lesioni possono comparire anche all’interno della bocca, sulle gengive o sulla lingua, ma le localizzazioni extra genitali sono di più rara osservazione e generalmente sono più dolorose e meno dure. L’ulcera guarisce spontaneamente senza esiti nel giro di 3-6 settimane, ma la malattia continua il suo corso e il batterio, se non curato, rimane nell’organismo.

Sifilide secondaria

Alla scomparsa delle lesioni iniziali, segue uno stadio secondario dell’infezione con la comparsa di screpolature tondeggianti sui palmi delle mani e le piante dei piedi e macchie tondeggianti diffuse (come quelle provocate dal morbillo) su tutto il tronco e gli arti.

Sono possibili manifestazioni sistemiche quali febbre, mal di gola, disturbi gastrointestinali, dolori ossei. Anche senza trattamento i segni e i sintomi della sifilide secondaria scompaiono, ma se non trattata l’infezione progredirà verso lo stadio latente.

Come suggerisce il nome, in questa fase, che può durare fino a due anni, la sintomatologia è assente, ma la persona è ancora malata. La maggior parte dei pazienti, se trattati correttamente, guarisce.

Sifilide terziaria

Lo stadio terziario, oggi rarissimo, si manifesta in assenza di cure. Può comparire dai 10 ai 30 anni dopo il contagio e manifestarsi con disturbi neurologici, cardiologici e ossei. In questo stadio possono essere interessati anche la cute, i tendini, lo stomaco, il fegato, la milza e i polmoni. Le manifestazioni più gravi possono causare il decesso.

 

Diagnosi e cura della sifilide

Per una corretta diagnosi della sifilide occorre sottoporsi a più test sierologici per individuare la risposta anticorpale indotta dall’infezione sin dalle prime fasi.

L’utilizzo di un solo test è sconsigliato perché ognuno dei test in commercio ha delle limitazioni, dovute alla possibilità di falsi positivi in determinate condizioni[6].

Entrambi i sessi possono eseguire test del sangue, su tampone rettale, tampone faringeo, campione di urina. Per la donna esiste inoltre il tampone cervicale, mentre per l’uomo il tampone uretrale o su sperma. È opportuno sottoporsi ai test dopo circa 10-90 giorni da un rapporto sessuale non protetto.

Negli ultimi anni è aumentata rapidamente la resistenza dell’infezione ai trattamenti antibiotici, come conseguenza di un loro uso scorretto o inappropriato. Per questo motivo, le nuove linee guida dell’Oms ribadiscono la necessità di usare il giusto antibiotico, al dosaggio corretto e per il tempo necessario al trattamento dell’infezione.

Oltre al trattamento antibiotico, la persona infetta deve astenersi da qualunque attività sessuale fino alla completa guarigione delle lesioni. È importante assicurarsi che anche il partner riceva la terapia per evitare di essere nuovamente infettati. Vanno trattati tutti i partner pregressi, fino a tre mesi prima dell’inizio della sintomatologia o della diagnosi di infezione.

Le informazioni qui riportare hanno esclusivamente scopo informativo e in nessun caso possono costituire la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento.
Le informazioni contenute nel sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica.
Si raccomanda di chiedere sempre il parere del proprio medico curante e/o di specialisti riguardo qualsiasi indicazione riportata.
Se si hanno dubbi o quesiti sull’argomento è necessario consultare il proprio medico.

 

 

[1] https://www.epicentro.iss.it/ist/pdf/vol.10_le-infezioni-sessualmente-trasmesse_suligoi-salfa.pdf

[2] https://www.epicentro.iss.it/ist/pdf/vol.10_le-infezioni-sessualmente-trasmesse_suligoi-salfa.pdf p.31

[3] https://www.epicentro.iss.it/sifilide/

[4] https://www.epicentro.iss.it/ist/pdf/vol.10_le-infezioni-sessualmente-trasmesse_suligoi-salfa.pdf  p.31

[5] https://www.epicentro.iss.it/ist/pdf/vol.10_le-infezioni-sessualmente-trasmesse_suligoi-salfa.pdf p.31

[6]https://www.salute.gov.it/portale/malattieInfettive/dettaglioSchedeMalattieInfettive.jsp?lingua=italiano&id=137&area=Malattie%20infettive&menu=indiceAZ&tab=4

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